strutture, mentre il Centro del Paese ne ospita il26% (per 55 reparti). Al Nord, invece, si concentra il 52%, con ben 108 unità.
Sono i dati emersi dalla survey lanciata da ISA-AII e rivolta ai 208 centriictus italiani, che mostrano una grande disomogeneità nella distribuzione sulterritorio. Ogni anno sono 120mila le persone colpite da questapatologia: 40mila non sopravvivono a 12 mesi dall’evento, mentre altre 40milapresentano invalidità significative, che comportano totale dipendenza dalcaregiver. Per contribuire a supportare tutti i pazienti, l’ESO - EuropeanStroke Organisation e SAFE - Stroke Alliance For Europe hanno lanciato un pianoper l’attuazione dello Stroke Action Plan for Europe, un progetto perl’implementazione di linee guida volte a stabilire, entro il 2030, pianinazionali condivisi in tutti i 53 Paesi europei per il trattamento dell’ictus.ISA-AII chiede la firma della Dichiarazione di azione del SAP-E (Stroke ActionPlan for Europe) da parte del Ministro della Salute italiano, come gestosimbolico di impegno istituzionale.
“Il numero di persone colpite ogni anno da ictus èalto – afferma Danilo Toni, Past President ISA-AII – e si stima unaumento del 26% nel prossimo futuro. Significherebbe un significativoincremento dei costi sanitari legati alla gestione della malattia, che inEuropa sono già stimati in 60 miliardi di euro e potrebbero arrivare a 86.Purtroppo non possiamo eliminare le probabilità di incorrere in questo eventomedico, ma è possibile ridurle con maggiore attenzione alla prevenzioneprimaria. Il miglioramento degli stili di vita passa dalla riduzione deifattori di rischio, come il fumo, il consumo eccessivo di alcool e di junk foode la sedentarietà. Obesità, ipertensione e diabete sono patologie che possonofavorirne l’insorgenza. Oggi il Nord Italia detiene il maggior numero di StrokeUnit del Paese, mentre il Centro e soprattutto il Sud sono molto carenti. Aipazienti deve essere garantita, su tutto il territorio, una presa in caricorapida e una riabilitazione completa. Per questo è necessario un impegno soprattuttoa livello istituzionale.”
“Oggi, in Italia, sono 913 mila le persone che hannoavuto un ictus e sono sopravvissute – spiega Paola Santalucia,Presidente Eletto ISA-AII –. Molte di loro presentano invalidità più o menogravi, come paralisi, difficoltà motorie e del linguaggio. Tra i disturbi piùcomuni c’è la spasticità, che colpisce il 20% dei pazienti a 3 mesidall’evento. Per potere gestire al meglio questi problemi è necessariointraprendere percorsi riabilitativi nel più breve tempo possibile, con iniziogià nella Stroke Unit che ha ospitato il malato in seguito all’evento.Purtroppo questo non sempre avviene. Con la campagna Strike on Stroke, cheabbiamo promosso come ISA-AII, ci siamo posti l’obiettivo di indagare questasituazione e impegnarci per un miglioramento. Oggi chiediamo che le istituzioniitaliane mostrino il loro impegno con la firma della Dichiarazione di azionedello Stroke Action Plan for Europe, come già fatto da altri 12 Paesi, per ilpotenziamento dell’intero percorso di cura.”
“In tutta Europa sono oltre 1 milione le personecolpite da questa patologia – aggiunge Simona Sacco, Presidente ESO,European Stroke Organization –. Un numero importante, che richiede azioniconcrete. Nel 2018 abbiamo quindi lanciato SAP-E, lo Stroke Action Plan forEurope, con l’obiettivo di raggiungere quattro obiettivi primari entro il 2030:la riduzione del 10% degli ictus in Europa, il trattamento del 90% o più deipazienti nelle Stroke Unit, l’implementazione di piani nazionali dallaprevenzione primaria alla vita post-malattia e l’attuazione di strategienazionali per la riduzione dei fattori di rischio. Sono raccomandazionirealizzate grazie all’impegno di 70 esperti che hanno analizzato lo statoattuale di cura della patologia e ne hanno evidenziato le criticità. A 5 annidalla nascita del progetto è importante che anche l’Italia avvii politicheattive a questo riguardo.”
“La Giornata Mondiale dell’Ictus è un’occasioneunica per sottolineare la rilevanza di un gesto simbolico da parte delleIstituzioni – continua Francesca Romana Pezzella, Segretario ISA-AII eco-chair Stroke Action Plan for Europe di ESO –. La firma della dichiarazionedi azione del SAP-E da parte del Ministro della Salute potrebbe aiutare acambiare il futuro dei numerosissimi pazienti che ogni giorno si trovano a combatterecontro gli esiti invalidanti di questa malattia. È fondamentale che si possanogarantire i servizi essenziali e per questo è necessario un attentomonitoraggio su tutto il territorio, da Nord a Sud dello stivale. Ladisomogeneità di cura è un fenomeno che purtroppo colpisce il nostro Paese, masu cui è importante intervenire.”
“Come associazione di volontariato che rappresenta,nel nostro Paese, le persone colpite da ictus cerebrale e le loro famiglie,ribadiamo l’importanza di sollecitare gli addetti alla programmazione sanitariaa livello regionale e nazionale – conclude Nicoletta Reale, Pastpresident di A.L.I.Ce. Italia O.D.V. - Associazione per la Lotta all’IctusCerebrale –. Abbiamo bisogno di percorsi funzionali e omogenei su tutto ilterritorio, di maggior sensibilizzazione sulla prevenzione, che troppo spessoviene trascurata, di indicazioni su dove essere curati e sull’importanza diessere ricoverati nelle Unità Neurovascolari (Stroke Unit). Ultimo, ma non certo per importanza, èessenziale che tutti sappiano dove e come effettuare riabilitazione e quantosia essenziale per poter recuperare le abilità residue e ‘riprendersi’ lapropria vita. Più la persona colpita e il caregiver sono informati, più possonofar valere il loro diritto alla cura, che sia il più possibile equa e omogeneasu tutto il territorio nazionale. L’impegno istituzionale potrebbe diventareanche un’ottima occasione di confronto tra clinici e associazioni perindividuare i bisogni primari e definire i percorsi per potervi rispondereadeguatamente.”