È minimamente invasiva, ha tempi di refertazione molto rapidi ed è privadi complicanze, perché può essere effettuata con un semplice prelievo disangue. La biopsia liquida è uno strumento sempre più importante nella sfidacontro il cancro e presenta indubbi vantaggi rispetto all’approcciotradizionale costituito dall’analisi del tessuto tumorale. E oggi diventaancora più precisa, grazie alla frammentonica, che consente di analizzareframmenti di DNA nel sangue, differenti in ogni neoplasia. Un approccio che, inprospettiva, potrà essere utile nella diagnosi precoce dei tumori, illustratooggi all’Università degli Studi di Palermo nella lettura magistrale di Christian Rolfo,Presidente della Società Internazionale della Biopsia Liquida (InternationalSociety of Liquid Biopsy, ISLB), Direttore del Clinical Research Center ofThoracic Oncology al The Tisch Cancer Institute del Mount Sinai Health System(New York) e Deputy Chair dell’Education Committee dell’InternationalAssociation for Study of Lung Cancer (IASLC).
“L’oncologia italiana e siciliana è leader anche Oltreoceano – afferma Antonio Russo, ProfessoreOrdinario di Oncologia Medica, DICHIRONS – Università degli Studi diPalermo, Presidente COMU (Collegio Oncologi Medici Universitari) e TesoriereAIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Il ponte della ricerca congli Stati Uniti è consolidato, come testimonia l’inserimento del Prof. Rolfotra gli esperti delle raccomandazioni AIOM sulla biopsia liquida. Vent’anni fa,nel 2003, le pubblicazioni che contenevano il termine ‘biopsia liquida’ inoncologia erano meno di 50, oggi sono più di 10.000, trasformandola in un veroe proprio ‘hot topic’. La biopsia tradizionale, cioè su tessuto tumorale, è ingrado di scattare solo una fotografia istantanea della neoplasia, al momentodella diagnosi. La biopsia liquida, invece, può essere ripetuta più volte epermette il monitoraggio continuo dell’evoluzione della neoplasia in temporeale, come in un video. Ad oggi, ha un ruolo importante come fattore predittivodi risposta alla terapia nel tumore del polmone, ma non è ancora possibileeffettuare una diagnosi di cancro sulla base di un prelievo di sangue, anche segli sforzi della ricerca stanno andando proprio in questa direzione”.
“Il valore dei ricercatori italiani è riconosciuto a livellointernazionale e gli studi sulla biopsia liquida condotti dall’Università diPalermo stanno aprendo nuove vie – sottolinea il Prof. Rolfo –. L’analisi delDNA tumorale circolante (ctDNA), che rappresenta una frazione del DNA liberocircolante, isolato dal sangue periferico, rappresenta oggi il principaleapproccio di biopsia liquida impiegato nella pratica clinica. È possibile che,in futuro, altri derivati ottenuti dal sangue, quali le cellule tumoralicircolanti, l’RNA tumorale circolante ed i microRNA, le piastrine, gli esosomie altri fluidi biologici, quali le urine e la saliva, possano essere utilizzatinella pratica clinica per avere ulteriori informazioni. La frammentonicarappresenta uno sviluppo importante della biopsia liquida ed è moltopromettente, perché potrebbe essere utile non solo per la diagnosi precoce maanche per individuare l’organo colpito della neoplasia”.
“Stiamo vivendo un radicale cambio di paradigma nella cura del cancro –conclude Saverio Cinieri,Presidente AIOM –. Il tumore oggi si valuta in relazione alle mutazionigenetiche del singolo caso e non più solo in base all’organo colpito.L’utilizzo di trattamenti personalizzati offre nuove opportunità in un panoramain continua evoluzione, che include chemioterapia, immunoncologia e terapiemirate. La biopsia liquida, che sancisce in modo definitivo l’importanza dellamultidisciplinarietà, si colloca in questo nuovo scenario in cui i ricercatoriitaliani rivestono un ruolo di primo piano. Le applicazioni della biopsialiquida validate in pratica clinica riguardano il tumore del polmone non apiccole cellule in stadio avanzato, per la valutazione dello stato mutazionaledel gene EGFR. Vi sono informazioni solide e riproducibili per quanto riguardala caratterizzazione dei geni RAS e BRAF per il colon-retto, PIK3CA per ilseno, BRAF e NRAS nel melanoma. È verosimile che l’analisi su plasma per questotipo di alterazioni sarà a breve raccomandata in pratica clinica”.