Glioncologi peruviani (e presto di tutta l’America Latina) seguono le Linee Guida stilatedall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e tradotte in spagnoloproprio per essere adottate dai clinici locali. È un ponte della ricerca controil cancro che unisce due Paesi molto vicini anche se lontani geograficamente,vista la consistente percentuale di popolazione peruviana di origini italiane.La collaborazione è già iniziata con le Raccomandazioni AIOM sul test BRCA neltumore della mammella e con le Linee Guida sul tumore del colon e dellamammella, disponibili nella versione in spagnolo. E, nei prossimi mesi, saràpronta anche la traduzione degli aggiornamenti delle Linee Guida sui principalibig killer, cioè sulle neoplasie del polmone, colon-retto e mammella.L’obiettivo è promuovere anche in Perù (e in tutta l’America Latina)l’oncologia di precisione. In questo Paese, è difficile per i pazientil’accesso ai test molecolari e alle relative terapie innovative. Diventa quindifondamentale, per gli specialisti, avere a disposizione strumenti come le LineeGuida, che favoriscono l’appropriatezza prescrittiva dei trattamenti e degliesami diagnostici. La collaborazione fra Italia e Perù sarà siglata nelCongresso internazionale “AIOM meets America Latina”, che si terrà tra un mese(il 10 e 11 agosto) a Lima alla Ricardo Palma University. Nel 2020 in Perù, cheha circa 33 milioni di abitanti, sono stati stimati 66.669 nuovi casi di cancroe i decessi sono stati 34.570. In Italia, che ha 59 milioni di abitanti, nel2022 sono stimate 390.700 nuove diagnosi, con 181.330 morti (nel 2021).
“LeLinee Guida AIOM - afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM - sonodocumenti elaborati grazie all’impegno di oltre 500 professionisti, con ilcoinvolgimento di 45 diverse Società Scientifiche. Solo nel 2022 sono stati320.203 gli accessi ai pdf delle Linee Guida sul sito aiom.it. Le Linee Guida,che rappresentano la medicina basata sull’evidenza, attraverso un processosistematico e trasparente rendono possibile il trasferimento nella praticaclinica di tutte le nuove conoscenze prodotte dalla ricerca. La scienza non haconfini e vogliamo condividere questo importante lavoro con i colleghiperuviani. Ci auguriamo che questo nostro impegno possa contribuire a superaregli ostacoli che i pazienti del Paese sudamericano incontrano nell’accesso aitest molecolari e alle terapie innovative”.
Icinque tumori più frequenti in Perù sono quelli della prostata (8.700 casistimati nel 2020), mammella (6.860), stomaco (6.300), colon-retto (4.636) ecervice uterina (4.270). I cinque big killer sono rappresentati dal cancrodello stomaco (4.979 decessi nel 2020), polmone (2.595), prostata (2.433),colon-retto (2.365) e cervice uterina (2.288).
“Idati epidemiologici evidenziano importanti differenze fra Italia e Perùnell’incidenza e mortalità per cancro - spiega Jhony De La Cruz-Vargas,Oncologo e Direttore Generale dell’Istituto di Scienze Biomedichealla Ricardo Palma University di Lima -. Innanzitutto, in Italia, i decessi percarcinoma dello stomaco sono in costante calo e, nel periodo compreso fra il2015 e il 2021, la diminuzione è stata del 25,1% nelle donne e del 18,4% negliuomini. Invece, in Perù, questa neoplasia resta la principale causa di morteoncologica. La dieta scorretta, le difficoltà nella conservazione deglialimenti in alcune aree del Paese e l’infezione da Helicobacter pylori hanno unimpatto molto importante. Inoltre, in Perù, il carcinoma della cervice uterinaè al quinto posto sia per incidenza che per mortalità. Si tratta di unaneoplasia in calo in molti Paesi, grazie all’individuazione di lesioni precancerosecon gli screening. Anche in Perù deve essere migliorata la sensibilizzazionedei cittadini nei confronti dei programmi di prevenzione secondaria e dellavaccinazione anti HPV”.
“Itest molecolari sono parte essenziale della pratica clinica quotidiana inItalia, ma non è ancora così in Perù - afferma Antonio Russo, TesoriereAIOM, Professore Ordinario di Oncologia Medica, DICHIRONS - Universitàdegli Studi di Palermo, e Presidente COMU (Collegio Oncologi MediciUniversitari) -. Le caratteristiche molecolari del singolo tumore definisconoil trattamento per ogni persona colpita dal cancro. È il cardine dell’oncologiadi precisione, un approccio che mira a offrire il farmaco ‘giusto’ al paziente‘giusto’ al momento ‘giusto’, migliorando così l’efficacia delle terapie e laqualità di vita. Oggi più del 25% dei pazienti oncologici in fase avanzata dimalattia potrebbe ricevere una terapia mirata sulla base di un biomarcatore,cioè delle caratteristiche genetico-molecolari della neoplasia. Inoltre, alcunifarmaci a bersaglio molecolare hanno dimostrato attività anche in fasi precocidi malattia e possono rivestire un ruolo importante anche nelle terapieneoadiuvanti e adiuvanti, cioè prima e dopo la chirurgia, in pazienti contumori operabili. Anche l’immunoncologia, che negli ultimi 10 anni harivoluzionato la cura del cancro, rientra nel concetto di oncologia diprecisione e oggi è lo standard di cura in diverse neoplasie in stadiometastatico o ad alto rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico”.
“Ibiomarcatori sono l’insieme delle caratteristiche genetico-molecolari deitumori, necessarie per definire la terapia personalizzata - sottolinea il Prof.De La Cruz-Vargas -. Le Linee Guida AIOM e quelle internazionalisuggeriscono che, nei tumori per i quali sono disponibili farmaci a bersagliomolecolare, la determinazione dei biomarcatori debba essere eseguitacontestualmente alla valutazione istologica della malattia, per fornire alclinico tutte le informazioni necessarie per la scelta della terapia più efficace.In Perù è necessario migliorare la consapevolezza degli oncologisull’importanza dei test molecolari. Esami e terapie devono andare di paripasso, per questo va migliorato anche l’accesso ai trattamenti innovativi”.
“Allascoperta di un’alterazione molecolare con ruolo predittivo deve far seguito unaterapia mirata – continua il Prof. Russo -. Il carcinoma del polmone non apiccole cellule con mutazioni dell’EGFR o con traslocazione di ALK o di ROS1, itumori della mammella o dello stomaco con amplificazione di HER2, il melanomacutaneo con mutazioni di BRAF, il carcinoma del colon-retto privo di mutazionidi KRAS o di NRAS o di BRAF rappresentano alcuni esempi di sottogruppimolecolari di neoplasie, per i quali sono già oggi disponibili specificitrattamenti in grado di modificare in maniera significativa il decorso dellamalattia in fase avanzata o metastatica”.
“Abbiamoscelto di avviare la collaborazione con gli oncologi peruviani con la traduzionein spagnolo delle Raccomandazioni AIOM sul test BRCA nel tumore della mammella– conclude il Presidente Cinieri -. Gli studi sui geni BRCA rappresentano lafrontiera più avanzata nel campo dell’oncogenetica e la punta di diamantedell’oncologia di precisione nella ricerca e sviluppo di nuove terapiepersonalizzate su base molecolare. L’identificazione di varianti nei geni BRCAin una donna con tumore della mammella permette inoltre di intraprendere, acascata, un percorso di consulenza oncogenetica nei familiari per identificarei portatori ad alto rischio. A questi ultimi possiamo proporre programmi miratidi diagnosi precoce dei tumori associati alle sindromi a trasmissione familiareBRCA e strategie finalizzate alla riduzione del rischio”.