Tumori del sangue: i virus rendono più efficace l’immunoterapia

Pubblicato il:
31.8.2023

I virus diventano alleati nella sfida contro i tumori del sangue. Vengonosvuotati del loro contenuto virale, in questo modo sono privi di patogenicità,cioè innocui per l’organismo, ma molto utili nel combattere il cancro.Attraverso un complesso processo di ingegnerizzazione, possono essereutilizzati come “taxi” per trasportare l’informazione genetica all’internodelle cellule immunitarie, rendendo ancora più efficace la frontiera piùavanzata dell’immunoterapia, cioè la terapia cellulare con CAR T. Sono statiottenuti risultati importanti nel mieloma multiplo, nei linfomi e nellaleucemia linfoblastica ricaduta e refrattaria. E la ricerca sta analizzandoquesto approccio nei casi di malattia minima residua, con l’obiettivo dieradicare completamente la neoplasia ematologica. Oggi il 70% delle personecolpite da tumori del sangue guarisce oppure ottiene una remissione completa.Quindici anni fa questa percentuale non superava il 30%. L’Italia è in grado dicostruire collaborazioni a livello internazionale come dimostra il XXXISimposio della International Association forComparative Research on Leukemia and Related Diseases (IACRLRD), uno dei più importanti congressial mondo in oncoematologia, che si apre oggi a Bologna. L’evento è promossodall’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ - IRST IRCCS diMeldola, che si colloca all’interno del ‘Comprehensive Cancer Care And ResearchNetwork’ della Regione Emilia-Romagna.

“Ivirus possono costituire una parte essenziale dell’immunoterapia con CAR T, chesi basa sui linfociti del paziente modificati geneticamente – afferma GiovanniMartinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto ‘Dino Amadori’ e PresidenteIACRLRD -. Il procedimento comprende varie fasi: dalla raccolta dei linfociti Tdal sangue, alla loro ingegnerizzazione con un virus, fino alla reinfusione nelpaziente. L’Italia è al vertice della ricerca in questo ambito. In particolare,ogni anno, a Meldola, all’Istituto ‘Amadori’, curiamo almeno 6000 nuovipazienti oncologici grazie a studi clinici che stanno aprendo nuove vie e circail 45% viene da fuori Regione. La ricerca traslazionale, su cui si focalizza ilCongresso IACRLRD, include tutti quegli studi che si collocano prima dellapratica clinica e che permettono di definire le future strategie di cura”. Itumori del sangue più frequenti sono i linfomi, le leucemie e il mielomamultiplo, che ogni anno nel nostro Paese fanno registrare circa 35mila nuovicasi. “Oltre all’immunoterapia, oggi abbiamo a disposizione altri trattamentimolto efficaci come gli anticorpi monoclonali bispecifici, che colpiscono lecellule tumorali con estrema precisione, paragonabile a un laser – continua ilProf. Martinelli -. È essenziale che i pazienti siano trattati in centri diriferimento, che possono garantire la reale applicazione della medicina diprecisione grazie alla ricerca delle mutazioni genetiche e la conseguentescelta della terapia migliore. In alcune patologie, come la leucemia linfaticacronica, si ottiene quasi il 90% di remissioni durature di malattia. Anchenella leucemia promielocitica e nella leucemia con mutazioni dei geni IDH1 eIDH2 si stanno raggiungendo risultati significativi. Ecco perché è fondamentalecercare queste lesioni genetiche, a cui possono essere indirizzate terapiemirate. Il trattamento precoce di patologie come la leucemia mieloide acuta eil mieloma multiplo è un altro cardine per aumentare le guarigioni”. “Il nostroobiettivo è anticipare le cure in fasi sempre più precoci, individuando ilMieloma Smoldering ad alto rischio, in cui i sintomi sono assenti ma il rischiodi progressione in fase sintomatica è molto alto – sottolinea Claudio Cerchione,Dirigente medico ricercatore della Divisione di Ematologia dell’IRST ‘DinoAmadori’ IRCCS e Vice Presidente IACRLRD -. In questi stadi, inoltre, ilsistema immunitario risponde meglio alle terapie, che sono sempre più numerosee con meccanismi di azione sempre più specifici. Nel trattamento del mielomamultiplo, che colpisce ogni anno in Italia quasi 6000 persone, abbiamo assistitoa una rivoluzione copernicana. Un tempo era una neoplasia difficilmentecontrollabile, oggi abbiamo a disposizione numerosi farmaci e combinazioni. Ilrisultato è la cronicizzazione della patologia, che oggi sta arrivando ad unasopravvivenza mediana di più di 15 anni. Tutto nasce dalla comprensione dellabiologia della malattia: sappiamo molto bene come si sviluppa, da qui terapiesempre più ‘intelligenti’ e personalizzate, che possono essere utilizzate incombinazione con sinergismi molto proficui, fin dalle prime fasi. Le nuoveterapie svolgono un’azione diretta verso le plasmacellule patologiche e il‘microambiente midollare’, primi tra tutti gli inibitori del proteosoma e ifarmaci immunomodulanti. Abbiamo a disposizione anche immunoterapie di nuovagenerazione, sempre più selettive, come gli anticorpi monoclonali e glianticorpi bispecifici, in attesa dell’arrivo anche nel nostro Paese delle CAR Tanche nel mieloma multiplo. Inoltre, vi sono regimi del tutto chemo-free, cioèprivi di farmaci chemioterapici, fin dalla prima linea di terapia. Visti gliimportanti risultati raggiunti in termini di sopravvivenza, oggi possiamoaffrontare aspetti come la qualità di vita dei pazienti ed iniziare a pensareche la guarigione non è più soltanto un sogno”. “Il Congresso IACRLRD permetteall’Italia di consolidare le collaborazioni con i principali centri di ricerca,come l’MD Anderson Cancer Center di Houston in Texas – conclude GiuseppeSaglio, Professore Emerito di Ematologia all’Università di Torino e SegretarioGenerale IACRLRD -. L’obiettivo è delineare percorsi diagnostico terapeutici,che siano il più possibile omogenei a livello internazionale. Sono statiinvitati 700 esperti da tutto il mondo. Sono previste sei Memorial Lecturededicate a grandi ricercatori del passato, alcuni dei quali insigniti delPremio Nobel, proprio per i loro studi sui meccanismi che determinano losviluppo della leucemia. L’‘International Association for Comparative Researchon Leukemia and Related Diseases’ è nata negli anni Sessanta, quando siriteneva che la leucemia fosse causata da infezioni virali, tesi poi smentitada ricerche successive. Da quel momento sono stati avviati studiimportantissimi, che hanno permesso di comprendere il meccanismo che determinala leucemogenesi e di mettere a punto terapie efficaci. Oggi la leucemia è unamalattia curabile, in alcuni casi guaribile, anche negli anziani e in presenzadi comorbidità”.

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