– Contrastare la bassa adesione agli screening oncologici, soprattuttonel Sud Italia, con nuovi progetti d’informazione. Questi devono esserepromossi attraversi un’alleanza tra rappresentati dei parlamentari, clinici,pazienti e anche delle Istituzioni ecclesiastiche. Una lotta a 360 gradi perincentivare il più possibile esami salvavita ancora poco diffusi nel nostroPaese. Secondo gli ultimi dati in Italia il 56% delle donne si sottopone alloscreening mammografico e solo quattro su dieci svolgono regolarmente il Pap oHPV test per il tumore alla cervice uterina. Per il carcinoma del colon-rettoappena il 38%, degli uomini e donne over 50, esegue l’esame della ricerca delsangue occulto nelle feci. Numeri francamente bassi e preoccupanti e cheimpongono una riflessione a tutte le Istituzioni che si occupano di sanità edella salute dei cittadini. E’ quanto emerso da una seduta dell’IntergruppoParlamentare “Oncologia: Prevenzione Ricerca e Innovazione” che ha sentito inaudizione, nei giorni scorsi, Monsignor VincenzoPaglia Presidente della Pontificia Accademia per la Vita. “Laprevenzione oncologica è fondamentale anche perché in Italia vi è unapopolazione over 65 anni in crescita – ha sottolineato Mons. Paglia -. Deveessere emanata a breve una nuova legge per la riorganizzazione dell’assistenza,cura e presa in carico degli anziani. Il Ministero della Salute e Palazzo Chigisono ora chiamati a descrivere i disegni di legge attuativi che dovranno tenereconto anche della prevenzione oncologica. Ci sono poi altri aspetti importantida considerare come, per esempio, la malnutrizione degli anziani. E’ unproblema sottovalutato ma che determina spese sanitarie e gravi conseguenzeanche per la salute degli over 65. È doveroso che quello che studia e poi proponela comunità scientifica ritorni sul piano legislativo sociale e sanitario. Iltutto deve essere poi accolto e messo in pratica dalle Regioni”.
“I dati sugli screening sono in leggero miglioramento rispetto a quelliregistrati dopo le prime fasi della pandemia di Covid-19- ha aggiunto il prof. Saverio Cinieri,Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -.Ciò nonostante il numero degli esami svolti va implementato quanto prima e perfarlo non è sufficiente solo una migliore organizzazione dei vari programmi discreening. C’è bisogno di maggiore consapevolezza da parte di tutti cittadini”.“I bassi tassi d’adesione riguardano tutta la Penisola seppur con delledifferenze territoriali – ha concluso l’Onorevole Tilde Minasi, Presidentedell’Intergruppo -. In alcune Regioni del Sud si registrano i dati peggiori edè proprio in quei territori che la prevenzione secondaria del cancro vamaggiormente potenziata. e ringraziamo la Pontificia Accademia per la Vita peril sostegno che potrà dare a queste nostre nuove iniziative”.