Entro il 2040 icasi annui di tumore alla prostata nel mondo raddoppieranno passando dagliattuali 1,4 milioni a 2,9 milioni. Di pari passo, cresceranno dell'85% idecessi che dai 375 mila di oggi raggiungeranno i 400 mila. Sono i dati cheemergono da un rapporto pubblicato su The Lancet che sottolinea la necessità"di mettere a punto strategie per gestire questo fenomeno" e fornisceraccomandazioni per mitigare l'impatto della neoplasia. Il tumore dellaprostata rappresenta il 15% delle diagnosi di tumore ed è la neoplasia piùdiffusa nei maschi in oltre 100 Paesi del mondo. "Il peso delle malattie alivello globale è già notevole", spiega la 'Lancet Commission on prostatecancer', ma è destinato ad aumentare ulteriormente.
"L'aumentodell'aspettativa di vita nei Paesi a basso e medio reddito determinerà grandiaumenti del cancro alla prostata, e si prevede che i casi aumenteranno anchenei Paesi ad alto reddito", aggiunge. A preoccupare è soprattutto ladiagnosi tardiva, che "è diffusa in tutto il mondo, ma soprattutto neiPaesi a basso e medio reddito è la norma". Gli strumenti per la diagnosiprecoce non mancano, tuttavia sono poco diffusi nei Paesi a basso reddito,mentre in quelli ricchi rischiano di essere usati in maniera inappropriata:"lo screening del cancro alla prostata con il test del Psa può portare aun numero eccessivo di test e a trattamenti non necessari negli uomini anzianie a test insufficienti sugli uomini più giovani, ma ad alto rischio", spiegail rapporto. "Sappiamo che questo aumento dei casi è in arrivo, quindidobbiamo iniziare a pianificare e agire ora", afferma in una nota il primofirmatario del rapporto Nicholas James. "Interventi basati sulle evidenzescientifiche, come una migliore diagnosi precoce e programmi educativi,contribuiranno a salvare vite umane e a prevenire malattie dovute al cancroalla prostata negli anni a venire".