Tumore del seno: Genova “capitale” nella ricerca ed assistenza. Alla Breast Unit del “San Martino” trattati oltre 1.000 casi l’anno

Pubblicato il:
10.1.2024

Genova, 10 gennaio 2024 - Genova siconferma uno dei centri di ricerca ed assistenza sul carcinoma mammario piùimportanti a livello sia nazionale che internazionale. Merito soprattutto dellaBreast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino che è diventata un hubregionale con oltre 1.000 nuovi casi l’anno presi in carico. Garantiscepercorsi assistenziali dedicati con particolare attenzione al tema dellapreservazione della fertilità per le pazienti under 40. Grazie alla sua Unitàdi Oncofertilità, la prima istituita in Italia nel 2001, una donna su dieciriesce ad avere un figlio dopo la diagnosi di tumore del seno. Un dato doppiorispetto alla media nazionale che colloca l’IRCCS genovese ai primi posti inEuropa. La preservazione della fertilità, per le pazienti oncologiche, sarà unodei temi al centro del congresso “Back from San Antonio” che si terrà il 12 e13 gennaio a Genova. Si pone, nel panorama italiano, come uno dei piùimportanti aggiornamenti sul tumore della mammella. Anche quest’anno coinvolgei maggiori esperti italiani e vede la presenza di oltre 250 partecipanti.L’evento viene presentato oggi con una conferenza stampa nella Città dellaLanterna.

 “La probabilità di guarigione definitivada un tumore del seno supera attualmente il 60% - spiega Lucia Del Mastro,Professore Ordinario e Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCSOspedale Policlinico San Martino, Università di Genova -. Sempre più dobbiamoporci l’obiettivo di preservare il benessere psico-fisico delle nostre pazientianche dopo la somministrazione di cure spesso ancora invasive. Il desiderio dimaternità è un diritto che l’oncologia può e deve riuscire a garantire ad unnumero crescente di donne. A Genova siamo riusciti a creare un modello virtuosoanche per altre realtà della Penisola. Al San Martino la paziente, che devesottoporsi a chemioterapia, riesce ad avere un accesso diretto alle proceduredi congelamento degli ovociti e del tessuto ovarico. L’intuizione, che abbiamoavuto oltre 20 anni fa, di creare una collaborazione strutturata tra il repartodi oncologia medica e il centro di procreazione medicalmente assistita direttodalla Dr.ssa Paola Anserini, è risultata vincente”. Di oncofertilità si èdiscusso di recente al San Antonio Breast Cancer Symposium e, anche in quelcongresso internazionale, l’oncologia ligure è stata protagonista. Al meeting èstato presentanto un approfondimento dello studio internazionale POSITIVE.  “Si è dimostrato come l’utilizzo di tecnichedi procreazione medicalmente assistita sia sicuro senza aumentare il rischio direcidiva del cancro mammario - sottolinea Matteo Lambertini, ProfessoreAssociato Convenzionato di Oncologia Medica all’IRCCS Ospedale Policlinico SanMartino, Università di Genova -. Questo è stato riscontrato tra le pazienti concarcinoma mammario positivo ai recettori ormonali che hanno sospesotemporanamente la terapia endocrina per cercare volutamente una gravidanza”. Unulteriore studio sul tema dell’oncofertilità, coordinato dal San Martino, èstato presentato da Matteo Lambertini in Texas al SABCS e pubblicatosimultaneamente sulla prestigiosa rivista americana JAMA. In questo studio,sono stati coinvolti più di 70 centri in tutto il mondo e arruolate oltre 4.700giovani donne con un tumore del seno ereditario per la presenza di unamutazione ai geni BRCA. Dopo aver completato le cure oncologiche e un correttoperiodo di osservazione, una donna su cinque è riuscita ad avere unagravidanza. Inoltre, avere una gravidanza dopo la diagnosi di tumore al seno indonne BRCA mutate, sottoposte a precedente chemioterapia, è risultato sicurosia per le mamme (cioè senza alcun rischio aumentato di recidiva del tumore)sia per i bimbi (cioè senza alcun rischio aumentato di malformazioni o altrecomplicanze della gravidanza).

 “E' strategicocondividere anche sul territorio importanti risultati come quelli comunicatidurante il convegno di San Antonio - afferma Angelo Gratarola, Assessorealla Sanità della Regione Liguria -. Mi preme sottolineareil grande obiettivo della ricerca del benessere psicofisico delle pazientiaffette da patologia neoplastica della mammella, tutelando il loro desiderio dimaternità e quindi, attraverso la procedura di congelamento degli ovociti e deltessuto ovarico, garantire loro, seppur in una percentuale importante di casi,la possibilità di diventare madri anche dopo una malattia oncologica come iltumore alla mammella. Proprio di onco fertilità si è discusso al San AntonioBreast Cancer Symposium e lo si è fatto grazie anche ai nostri ricercatori, laprofessoressa Lucia Del Mastro e il professor Matteo Lambertini, un modo pertenere alta la bandiera della Liguria, in particolare del San Martino, unorgoglio per l'intera Regione”.

 “Il Policlinico San Martino è un casoesemplare di riuscita integrazione tra l’ordinaria assistenza che dobbiamofornire ai pazienti oncologici e la promozione della ricerca scientifica -afferma Antonio Uccelli, Direttore scientifico dell’IRCCS OspedalePoliclinico San Martino di Genova -. Da anni partecipiamo a studiinternazionali che hanno contribuito a modificare le linee guida internazionalisul trattamento del carcinoma mammario. Oltre a quelli relativi allapreservazione della fertilità abbiamo portato avanti ricerche sullachemioterapia ‘dose-dense’, che consiste nella somministrazione dei farmaciogni due settimane invece che ogni tre. In altri lavori ci siamo concentratisull’utilizzo ‘extended’ dell’endocrinoterapia”. “Fondamentale in tutte questeattività è la proficua collaborazione con l’Università di Genova e una nostraaccurata organizzazione interna - spiega Marco Damonte Prioli, DirettoreGenerale dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. La Liguria èstata una delle prime regioni italiane ad aver istituito delle Breast Units perla gestione multidisciplinare del tumore più diffuso nel nostro Paese. Inquella del San Martino siamo in grado di offrire alle nostre pazienti tutti itrattamenti che l’innovazione in oncologia ha prodotto”. “L’ospedale policlinico San Martino, nato circa 5 secoli fa, rappresenta ilcentro di riferimento regionale per le principali specialità - sostiene ildott. Giovanni Orengo, Direttore Sanitario dell’Ospedale Policlinico SanMartino di Genova -. Abbiamo sempre dato un posto di primo pianoall’oncologia con la costituzione all’interno dell’ospedale del ‘cancer center’dove ogni anno  vengono trattati oltre7.000 casi di tumore. Per garantire il più elevato livello di qualità e diinnovatività, l’assistenza viene effettuata attraverso un’organizzazione pergruppi multidisciplinari, ciascuno specializzato in un determinato tipo ditumore”.

 Al congresso “Back from San Antonio” glispecialisti italiani si ritrovano per discutere le ultime evidenze scientificheemerse in terra americana. “Dal meeting statunitense sono arrivate importanticonferme sul ruolo degli anticorpi coniugati - aggiunge la professoressa DelMastro -. Si tratta di farmaci che stanno cambiando il trattamento delcancro e sono composti da un anticorpo a cui sono aggiunte delle molecole dichemioterapico. Nel tumore mammario sono utilizzati nei casi triplo negativi ein quelli HER2 positivi. Ora abbiamo a disposizione i risultati favorevolianche per le donne affette da carcinoma mammario con recettori ormonalipositivi. Altre conferme sono giunte dall’immunoterapia che può essere usataper il trattamento del tumore in fase precoce”.

 Infine sempre all’evento di Genova anchein questa edizione, saranno assegnati tre premi a giovani oncologi under 40,prime firme di lavori scientifici sul carcinoma mammario pubblicati nel 2023. Verrannopremiati: Benedetta Conte, ex specializzanda dell’Università di Genova,attualmente dottoranda presso l’Hospital Clinic di Barcellona, per il lavorosui fattori che predicono tossicità ed efficacia della terapia ormonale; LucaLicata, dell’Ospedale San Raffaele di Milano per la sua ricerca sui tumoriad elevata attività proliferativa; Eva Blondeaux, Oncologo Medico presso l’Unità di Epidemiologia Clinica dell’IRCCS OspedalePoliclinico San Martino, primo autore insieme a Matteo Lambertini del lavoropresentato al SABCS sulla gravidanza dopo carcinoma mammario nelle pazienti conmutazione BRCA.

 

 

 

 

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