Tumore al seno in stadio precoce: Abemaciclib riduce il rischio di recidiva

Pubblicato il:
21.10.2023

Madrid,21 ottobre 2023 – La terapia adiuvante con abemaciclib, a 5 anni, riduce del32% il rischio di recidiva nel tumore alla mammella in stadio precoce emigliora la sopravvivenza libera da malattia invasiva del 7,6%. Lo dimostrano irisultati a cinque anni di un’analisi predefinita dello studio di Fase 3monarchE che ha valutato l’utilizzo di abemaciclib per due anni in combinazionecon terapia endocrina (ET) rispetto alla sola ET nei pazienti con carcinomamammario in fase iniziale (EBC) positivo ai recettori ormonale (HR+), negativoal recettore del fattore di crescita umano epidermico di tipo 2 (HER2-),linfonodo-positivo, ad alto rischio di recidiva. Questi dati sono stati resinoti durante il Congresso 2023 della European Society for Medical Oncology(ESMO).

“Il periodo di cinque anni èun punto di riferimento consolidato per gli studi clinici sul tumore al seno infase adiuvante e rappresenta una pietra miliare importante per i pazienti e iclinici in questo setting con finalità curativa – spiega Lucia Del Mastro, ProfessoreOrdinario e Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCS OspedalePoliclinico San Martino, Università di Genova -. I dati a cinque anni dimonarchE dimostrano chiaramente un effetto che va oltre il completamento deidue anni di trattamento con abemaciclib, con le curve della sopravvivenza libera da malattia invasiva e dellasopravvivenza libera da recidiva a distanza che continuano a separarsi,confermando la fiducia nel ruolo di abemaciclib in aggiunta alla terapiaendocrina nel setting adiuvante per i pazienti ad alto rischio di recidiva”.

“I benefici ottenuti da abemaciclib inaggiunta alla terapia endocrina tendonoa protrarsi anche dopo la fine del trattamento, che dura due anni - afferma ValentinaGuarneri, Direttore della Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto –IRCCS di Padova e Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università diPadova -. L’effetto è molto evidente sulle recidive locali e su quelle adistanza, che sono responsabili della malattia metastatica: evitarle implicanon soltanto allungare la sopravvivenza, ma anche aumentare la probabilità diguarigione. L’evoluzione della patologia da stadio iniziale a metastatico infattiha ripercussioni negative sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita deipazienti. I dati 5 anni dello studio rappresentano un ulteriore passo avantiper portare a guarigione un maggior numero di persone”.

“Nel 2022, in Italia, sonostati stimati 55.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequentein tutta la popolazione – sottolinea Saverio Cinieri, Presidente AIOM(Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Circa il 15% dei tumori mammariHR+/HER2- è a rischio aumentato di sviluppare metastasi. È importante che laricerca metta a disposizione terapie molto efficaci come abemaciclib cheappartiene alla classe degli inibitori delle cicline chinasi dipendenti, cheagiscono selettivamente bloccando due proteine, CDK4 e CDK6, in grado di aumentarela velocità con cui le cellule tumorali della mammella crescono e si dividono”.

I datipresentati comprendono i risultati di un’analisi predefinita al follow-upmediano di 4,5 anni. Tutti i pazienti hanno completato il trattamento conabemaciclib, e più dell’80% è stato seguito per almeno due anni dopo iltermine. Nella popolazione intent-to-treat (ITT), il rischio di sviluppare lamalattia invasiva si è ridotto del 32%. Inoltre questo miglioramento è statoosservato anche nella sopravvivenza libera darecidiva a distanza (DRFS) con abemaciclib, con la riduzione del rischiodi recidiva a distanza o di morte del 32,5%. Ilbeneficio assoluto a 5 anni della sopravvivenza libera da malattia invasiva(IDFS) e della DRFS è incrementato rispetto ai tassi registrati precedentementea due, tre e quattro anni, raggiungendo oggi il 7,6% e 6,7% rispettivamente. Inquesta analisi dei risultati a cinque anni, le curve Kaplan-Meier continuano asepararsi, confermando un beneficio sostenuto oltre il periodo di trattamentodi due anni. I risultati di IDFS e DRFS della Coorte 1 hanno dimostratorisultati coerenti con quelli della popolazione ITT. Come precedentementeriportato, il beneficio di IDFS e DRFS è stato riscontrato in tutti isottogruppi.

Mentrei dati di sopravvivenza globale restano immaturi, nel braccio con abemaciclibsono stati osservati meno decessi (208 pazienti [7,4%] su 2.808) rispetto albraccio di controllo (234 pazienti [8,3%] su 2.829). Circa il doppio deipazienti trattati con la sola ET (n=269) ha sviluppato e sta vivendo con lamalattia metastatica rispetto a quelli trattati con abemaciclib (n=138).

Nonsono stati rilevati nuovi segnali di sicurezza e i risultati globali sonocoerenti con il profilo di sicurezza consolidato di abemaciclib. Gli eventiavversi (AEs) più frequenti sono stati diarrea, neutropenia, e fatigue nelbraccio con abemaciclib più ET, e artralgia, vampate e fatigue nel braccio conla sola ET.

Inoltre, è stata presentataun’analisi che dimostra che la riduzione del dosaggio non ha compromessol’efficacia di abemaciclib nello studio monarchE, il che è coerente con irisultati già pubblicati di abemaciclib nel setting metastatico. La riduzionedel dosaggio, se necessaria, può risultare una strategia efficace per gestiregli effetti collaterali e perseguire l’obiettivo di massimizzare l’aderenzaalla terapia nei due anni di trattamento con abemaciclib per il tumore del senoprecoce ad alto rischio.

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