14 giugno 2024 - Ledonne vivono più a lungo degli uomini. E questo gap nell'aspettativa di vitanon è prerogativa del genere umano. Questa tendenza a una maggiore longevità lasi osserva nelle quote rosa di una vasta gamma di animali. Gli scienziati sisono chiesti perché e una teoria formulata dai biologi è che la discrepanzanella lunghezza della vita femminile e maschile possa essere in qualche modo,almeno in parte, collegata alla riproduzione. Ma come? Per scoprirlo un team diricercatori dell'università di Osaka ha deciso di mettere sotto la lentel'invecchiamento del killifish turchese, un pesciolino d'acqua dolce noto peruna caratteristica: la sua è un'esistenza 'lampo', fra le più brevi che siregistrano nei vertebrati. Si parla di "pochi mesi di vita", spieganogli autori del lavoro pubblicato su 'Science Advances', mentre la maturazionesessuale in genere avviene in appena "un mese". E, come negli esseriumani, anche nella comunità di questi pesci le femmine vivono più a lungo deimaschi.
Studiando il'Nothobranchius furzeri' - questo il nome scientifico del killi turchese - iricercatori giapponesi hanno scoperto per la prima volta che le cellulegerminali, cioè le cellule che si sviluppano in ovuli nelle femmine e inspermatozoi nei maschi, determinano differenze nella durata della vita -dipendenti dal sesso - negli animali vertebrati. Quando infatti il team harimosso le cellule germinali dai pesciolini 'arruolati' nella ricerca haosservato che sia i maschi che le femmine avevano una durata di vita simile."I killifish maschi vivevano più a lungo del solito e la durata della vitadelle femmine si accorciava", spiega l'autore principale Kota Abe."Volevamo capire come le cellule germinali potessero influenzare" gliesemplari di entrambi i sessi "in modo così diverso", praticamenteopposto. "Il nostro passo successivo è stato quello di indagare suifattori responsabili".
Gli studiosi hannoscoperto che la segnalazione ormonale era molto diversa nelle femmine rispettoai maschi. Le femmine di killifish senza cellule germinali avevano unasegnalazione significativamente inferiore di estrogeni, il che può ridurre ladurata della vita aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Le femmineavevano anche una segnalazione significativamente maggiore del fattore dicrescita insulino-simile 1. Questo ha fatto sì che le pescioline diventasseropiù grandi, sopprimendo allo stesso tempo i segnali all'interno del corpoimportanti per mantenere la salute e rallentare l'invecchiamento. Al contrario,i killifish maschi senza cellule germinali avevano migliorato la salute deimuscoli, della pelle e della struttura ossea. È interessante notare, dicono gliesperti, che questi pesci avevano quantità maggiori di una sostanza che attivala vitamina D, oltre a prove di segnali di vitamina D nei muscoli e nellapelle. Anche la vitamina D può essere considerata un ormone, osservano gli autoridell'ateneo nipponico. Mentre è ben noto il suo ruolo nel mantenere le ossaforti e sane, questa sembra avere anche effetti positivi più ampi su tuttol'organismo. I risultati del team giapponese hanno dunque evidenziato lapossibilità che la vitamina D migliorasse la longevità. E seguendo questoragionamento gli esperti hanno deciso di verificare se un integratore divitamina D avrebbe potuto aumentare la durata della vita dei pesci.