Roma, 24 novembre 2020 – I decessi per Covid in Italia non sono sovrastimati, “al contrario è probabile anzi che siano sottostimati quelli dei mesi di marzo e aprile” poiché “in questo periodo, molti pazienti sono deceduti senza essere testati e le loro informazioni non sono state inserite nel Sistema di Sorveglianza”. A spiegarlo è l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nell’approfondimento “Come si calcola la mortalità associata al Covid-19”, pubblicato sul portale. Una delle strategie più efficaci per misurare l’impatto del Covid -19 sui decessi è quella di misurare l’eccesso di mortalità, vale a dire quanti morti in più (per tutte le cause) ci sono stati nel Paese rispetto agli anni precedenti. La stima fatta nel rapporto congiunto Iss-Istat sull’eccesso di mortalità, è che nei mesi di marzo e aprile i decessi legati in maniera diretta o indiretta al Covid-19 siano stati “circa il doppio rispetto a quelli misurati nel Sistema di Sorveglianza. Questa sottostima dei decessi si è comunque molto ridotta e quasi azzerata da maggio fino a fine estate” ma nei mesi più recenti stiamo osservando “un nuovo aumento”. Nel documento Iss si ricorda anche che i criteri per definire un decesso per coronavirus sono la positività al tampone molecolare, sintomi riconducibili al Covid e assenza di una chiara causa di morte diversa dal Covid-19. Ciò significa che la “positività al Sars-Cov-2 non è sufficiente per considerare il decesso come dovuto al Covid”. Mentre “non sono da considerarsi tra le chiare cause di morte diverse da Covid19 le patologie pre-esistenti che possono aver favorito un decorso negativo dell’infezione”, dal diabete ai tumori. Un’analisi dei certificati di decesso, svolta da Iss e Istat per il periodo marzo-maggio, ricorda infine il documento, “ha mostrato che il Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi raccolti nel Sistema di Sorveglianza, quindi in circa 9 casi su 10 dei deceduti censiti”.