Roma,8 novembre 2024– Nel nostro Paese oltre il 45% delle morti per tumore è attribuibile a fattoridi rischio modificabili, sia comportamentali, cioè stili di vita scorretti, cheambientali. Si tratta di circa 80.000 dei 180.000 decessi annuali stimati percancro, pari a più di 200 morti al giorno. Ma l’Italia investe ancora troppopoco in prevenzione, solo il 6,8% della spesa sanitaria totale (pari a 7,19miliardi di euro nel 2021), una cifra inferiore alla media (7,1%) dei Paesidell’Unione Europea più il Regno Unito (EU27+UK). In particolare, l’Italia (conil 6,8%) è ottava dopo Regno Unito (12,5%), Austria (10,3%), Paesi Bassi(9,6%), Danimarca (8,9%), Estonia (8,3%), Repubblica Ceca (8,1%) e Ungheria(7,6%). “È importante che l’Italia recuperi quanto prima questo gap negativo,per continuare a garantire la qualità delle cure e la sostenibilità delservizio sanitario – spiega Francesco Perrone, Presidente AIOM(Associazione Italiana di Oncologia Medica), nella conferenza stampa diapertura del XXVI Congresso Nazionale della società scientifica oggi a Roma -. L’oncologiaitaliana chiede più risorse alle Istituzioni anche per rispondere alla domandadi assistenza, che è in continua crescita. In Italia, si stima che ogni giorno vi siano circa 1.000 nuove diagnosi dicancro e che questo numero tenda ad aumentare di anno in anno di circa l’1%. Aquesto si aggiunga la capacità sempre più diffusa di rendere cronica lamalattia, grazie al progresso terapeutico. Gli investimenti, finora, non sono statiproporzionati all’aumento di richiesta di cure. Domanda e offerta di assistenzaoncologica vanno a velocità diverse. Serve un cambio di passo, con lostanziamento di fondi per creare più spazi e assumere personale. In 10 anni,sono stati tagliati 1.103 posti letto pubblici in Oncologia Medica: nel 2012erano 5.262, ridotti a 4.159 nel 2022. La capacità del servizio sanitariopubblico di abbattere le liste di attesa, enorme problema alla base anche diuna quota di migrazione sanitaria, dipende dalla ottimizzazione dei sistemi diprenotazione e dalla disponibilità di spazi e personale. Oltre a posti letti estrutture più moderne, mancano medici e infermieri, con differenze troppo ampietra le Regioni. La scarsità di specialisti è diventata una vera emergenza e stainteressando anche la nostra area medica. Cominciano, infatti, a rimanerevacanti i posti nelle scuole di specializzazione di oncologia”.
“Ilrischio concreto – continua il Presidente Perrone - è che aumentino le spese acarico dei pazienti oncologici, con un numero sempre maggiore di cittadini chedevono affrontare non solo il cancro, ma anche la cosiddetta tossicitàfinanziaria, cioè le perdite economiche causate dalla malattia. I costi delcancro in Italia sono pari a circa 20 miliardi ogni anno, di questi almeno 5sono sostenuti direttamente dai pazienti. Uno studio, pubblicato su ‘TheEuropean Journal of Health Economics’, ha posto l’accento sui costi out ofpocket, cioè pagati di tasca propria dai pazienti oncologici e dai lorofamiliari, che ammontano a oltre 1.800 euro annui per paziente in Italia. Trale voci più significative vi sono i trasporti (359,34 euro in media), cherichiamano il problema del pendolarismo sanitario, gli esami diagnostici(259,82 euro) e le visite specialistiche (126,12 euro), servizi che il ServizioSanitario, ancora alle prese con il problema delle liste d’attesa, non riescead assicurare a tutti in tempi adeguati”.
“Incontesti organizzativi spesso complessi – afferma Massimo Di Maio,Presidente eletto AIOM -, va evidenziata la capacità di resilienzadell’oncologia italiana, che riesce a svolgere un eccellente lavoro sia intermini di assistenza che di ricerca, come dimostrano le collaborazionistrutturate con società scientifiche internazionali, come quella americana(ASCO) ed europea (ESMO). AIOM ha svolto un ruolo di primo piano nelladefinizione delle Linee Guida ESMO sui PRO, i ‘patient-reported outcomes’, cioèl’insieme dei sintomi che misurano la qualità di vita dei pazienti durante untrattamento, per valutarne l’impatto. Non sostituiscono le informazioni delmedico, ma sono molto importanti perché aggiungono i dati riferiti direttamentedai pazienti, senza alcun filtro, ampliando le conoscenze sul valore dellaterapia. I PRO possono favorire il ‘patient empowerment’, perché consentono alpaziente di esprimersi in autonomia, facendo emergere anche effetti collateralicaratterizzati da una forte componente soggettiva”. “Inoltre – continua MassimoDi Maio -, in un sistema assistenziale come quello italiano caratterizzato daun forte squilibrio fra le forze in campo e la domanda di assistenza, i PROpossono diventare uno strumento di ‘doctor empowerment’ perché, se riusciamo autilizzarli in maniera sistematica, miglioreremo la qualità del nostro lavoro, graziea una più attenta valutazione dei bisogni dei pazienti, ad esempio ricorrendo ainterventi di supporto che, in un’ottica di cure simultanee, si affiancano alleterapie specifiche contro il cancro. Ad oggi, però, pochi ospedali adottanomisure di monitoraggio sistematico dei sintomi da parte dei pazienti. Èimportante investire nel monitoraggio dei PRO, che non si traduce in un aumentodei carichi di lavoro, ma migliora la gestione dei pazienti”.
“Ènecessario agire anche su altri strumenti, che possano migliorare la qualità divita delle persone colpite dal cancro – afferma Saverio Cinieri,Presidente di Fondazione AIOM -. Le criticità riguardano in particolare l’assistenzapsiconcologica, perché ancora troppo pochi centri hanno uno psicologo dedicatoall’oncologia, e l’assistenza domiciliare oncologica, disponibile soltanto nel69% delle strutture. Questi problemi possono essere affrontati con la reale istituzione delle Retioncologiche regionali, attive solo in alcune Regioni, che consentirà dimigliorare i livelli di appropriatezza e di risparmiare risorse, da utilizzareanche per velocizzare l’accesso ai farmaci innovativi. I pazienti oncologici del nostro Paese devono aspettareancora quasi 14 mesi per accedere ai trattamenti anticancro innovativi,rispetto, ad esempio, ai 3 mesi della Germania”.
“Sulfronte dell’appropriatezza – sottolinea Angela Toss, coordinatriceWorking Group AIOM Giovani -, AIOM mette in campo molti strumenti: dal LibroBianco dell’Oncologia Italiana, alle Linee Guida per garantire percorsidiagnostici e terapeutici uniformi su tutto il territorio, ai controlli diqualità nazionali per i test bio-molecolari, alle Raccomandazioni sull’usodella vaccinazione anti influenzale, anti pneumococcica e anti SARS-CoV-2 neipazienti con neoplasia solida, fino al volume sui ‘Numeri del cancro in Italia’.AIOM ha anche intrapreso un percorso di particolare attenzione a gruppi dipazienti che, per vari motivi, affrontano difficoltà nell’accesso alle cureoncologiche. È il caso delle persone transgender, degli immigrati, dei detenutie delle popolazioni che vivono in zone di guerra. Gli under 40 rappresentanopiù della metà di tutti i soci AIOM e sono particolarmente sensibili anche agliaspetti etici e sociali della professione”.
“L’oncologia è una parte essenziale del Serviziosanitario sia per il carico assistenziale che per l’incessante progressoterapeutico – conclude il Presidente AIOM Perrone -. La nostra societàscientifica ha una missione etica e civile, che va oltre la pratica clinicaquotidiana. Dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili per migliorarel’efficienza del sistema, perché le ricadute sono immediate anchesull’oncologia. E il confronto con le Istituzioni è indispensabile. Oggi, nellacerimonia inaugurale del Congresso, sono previsti gli interventi del Ministrodella Salute, Orazio Schillaci, e del Presidente dell’Agenzia Italiana delFarmaco, Robert Nisticò. È molto importante che ripartano i bandi AIFA come segnale, speriamo non transitorio, di attenzione delleIstituzioni per la ricerca clinica indipendente. Quest’ultima, se supportata,può realizzare la triplice missione di migliorare la pratica clinica, aumentareil livello di conoscenza sui nuovi farmaci e fungere da supporto alle politichedi rimborsabilità”.