Cancro al seno, 200 sostanze a rischio negli imballaggi alimentari: lo studio

Pubblicato il:
25.9.2024

"Quasi 200 sostanze a rischioper il cancro al seno" si nascondono nei materiali a contatto con glialimenti. Imballaggi di plastica, carta o cartone, che possono rappresentare ilveicolo di "un'esposizione diffusa" a composti potenzialmentecancerogeni, "nonostante la regolamentazione esistente". E' laconclusione di uno studio condotto dai ricercatori del Food Packaging Forum(Fpf), un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a Zurigo, in Svizzera.Gli autori dell'analisi, pubblicata su 'Frontiers in Toxicology', lanciano unrichiamo sulla "necessità urgente di misure preventive più forti perridurre queste sostanze chimiche nei prodotti di uso quotidiano".

Molte nazioni - spiegano gliesperti Fpf - hanno una legislazione sui materiali a contatto con gli alimenti(Fcm o food contact materials), volta a proteggere i consumatoridall'esposizione a sostanze chimiche pericolose, spesso regolamentando in modospecifico i composti cancerogeni genotossici. Nelle confezioni alimentariqueste sostanze non dovrebbero quindi essere comuni, ma i risultati del lavorosembrano suggerire il contrario. I ricercatori hanno esaminato Fcm acquistatinegli ultimi anni da mercati altamente regolamentati, Ue e Usa compresi.Confrontando un recente elenco di potenziali cancerogeni per il seno,sviluppato dagli scienziati del Silent Spring Institute statunitense, con ildatabase Fpf sulle sostanze chimiche migranti ed estraibili a contatto con glialimenti (FccMigEx), gli autori hanno scoperto negli Fcm 189 sostanze a rischioper il cancro al seno, incluse 143 nella plastica e 89 nella carta o nelcartone.

Limitando il confronto agli studi più recenti deldatabase FccMigEx (2020-2022), basati su esperimenti che mimano la migrazionedei composti chimici in condizioni realistiche, i ricercatori hanno trovatoevidenze di esposizione a 76 sospetti cancerogeni mammari da Fcm acquistati intutto il mondo, 61 dei quali (l'80%) da materie plastiche. Per gli autori, ciòindica "un'esposizione continua della popolazione globale a questesostanze chimiche in condizioni d'uso realistiche".

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